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Esclusivi? No, inclusivi!

Come probabilmente vi sarà capitato di notare, c'è un po' l'abitudine, soprattutto da parte dei quotidiani locali, di presentare il Foscarini come una scuola "esclusiva".

Se da un lato potremmo anche pensare di accettare questa definizione per il suo richiamo in termini di marketing, si tratta però di una definizione poco coerente con gli sforzi di tutti quanti si adoperano per rendere sempre più il Foscarini ciò che una scuola pubblica della Repubblica Italiana dev'essere: un'istituzione inclusiva. Cioè un luogo in cui ciascuno trovi il suo posto, sia riconosciuto ed aiutato a crescere, quali che siano le situazioni che si trova a vivere.

A questo scopo, nel Convitto è operativo un Gruppo di Lavoro per l'Inclusività (G.L.I.), istituito ai sensi del D.Lgs. 66/2017 (art.9), con il compito di supportare il Collegio dei Docenti nella definizione e nella realizzazione del Piano per l’inclusione, e i docenti nell’attuazione dei Piani Educativi Individualizzati (PEI).

Consci che il proliferare di sigle e acronimi rende spesso poco comprensibile la materia, ci sembra opportuno aggiungere qualche chiarimento e sciogliere un po' di sigle:

Negli ultimi anni in Italia sono state studiate e riconosciute diverse categorie di studenti portatori di bisogni educativi tali da richiedere,  permanentemente o transitoriamente, una individualizzazione dei metodi di insegnamento, dei percorsi di apprendimento e delle modalità di verifica: se fino a tempi non remoti questa necessità era riconosciuta per i soli alunni certificati ai sensi della L.104/1992, o alunni H, per i quali è tuttora prevista la presenza dell'insegnante di sostegno e la sottoscrizione di un PEI (il quale ultimo può essere equipollente o differenziato in base alla severità del disturbo), oggi a questi si sono aggiunti gli alunni che presentano quelli che, con un termine generale, si chiamano Bisogni Educativi Speciali (BES), per i quali possono venir redatti due diversi strumenti, il Piano Didattico Personalizzato (PDP) o il Piano Educativo Personalizzato (PEP).

Quella dei BES è, come abbiamo visto, una categoria molto vasta e generale, che include sia condizioni cliniche riferibili al funzionamento psichico (come nel caso dei Disturbi specifici dell'apprendimento - DSA - quali dislessia, disgrafia, discalculia, o in quello dei deficit dell'attenzione e dell'iperattività - ADHD), sia  condizioni cliniche generiche, che non influiscono sulla capacità di apprendere ma possono impedire o limitare la frequenza scolastica (ospedalizzazione, necessità di terapie continuative,...), sia ancora a condizioni non cliniche (svantaggio socio-economico o anche svantaggio linguistico-culturale, come nel caso di alunni di madrelingua non italiana).

Qual è, in tutto questo, il compito della scuola?

La scuola è chiamata a collaborare nel riconoscimento precoce dei disturbi dell'apprendimento, a relazionarsi con le famiglie e gli specialisti che, eventualmente, seguono gli studenti con certificazioni ex L.104 o BES, a redigere in collaborazione con questi i PEI e, (in alcuni casi obbligatoriamente, in altri discrezionalmente) i PDP e ad assicurare l'implementazione delle misure descritte in questi documenti.

Quale, invece, il compito della famiglia? 

Il benessere dell'alunno con BES sarà maggiore quanto migliori saranno la comunicazione e la collaborazione tra famiglia e scuola. E' importante comprendere e ricordare che la diversità non è minorità e non può costituire un elemento di stimmatizzazione o emarginazione. Importante è trasmettere sollecitamente alla scuola le certificazioni mediche aggiornate, o almeno, provvisoriamente, quelle precedenti, soprattutto in occasione del passaggio ad altra scuola o ordine di scuola. La famiglia collabora alla redazione di PEI, PDP e PEP e li sottoscrive per accettazione nel caso di alunni minorenni. 

 

 

 

 

 

VADEMECUM ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI.pdf
PDP vs PEP

Ultima revisione il 26-05-2023